Quello della transizione verso un sistema più green e sostenibile è un tema a cui il comparto economico e produttivo europeo non può più sottrarsi.
Di fronte ai danni causati dal cambiamento climatico, le istituzioni continentali si sono mosse per generare una trasformazione dell’economia e dei consumi che diminuisca sensibilmente l’impatto delle nostre società sull’ambiente.
Due anni fa, l’European Green Deal ha sancito l’ambizioso obiettivo di azzerare totalmente le emissioni prodotte dagli Stati dell’Unione Europea entro il 2050. La maggior parte dei Paesi membri – è già intervenuta in campo legislativo per ratificare le misure e le tappe che, almeno sulla carta, renderanno possibile questa transizione.
In Italia, invece, si fanno ancora orecchie da mercante.
Nonostante il Regolamento n.1119 approvato dall’Unione Europea nel giugno 2021 renda legalmente vincolanti i propositi di riduzione delle emissioni introdotti dall’European Green Deal, la nostra politica non ha ancora prodotto alcuna legge in merito. Anche con il cambio di governo, non si vede alcuna novità sostanziosa all’orizzonte.
In ogni caso, il processo di transizione verso una maggiore sostenibilità del comparto economico e produttivo riguarderà tutti, e occorrerà trovare le misure e i provvedimenti necessari per dare veramente vita a questo cambiamento.
Che cosa significa questo per il noleggio?
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Noleggio e transizione green: sfide e opportunità
Il noleggio ha un ruolo chiave nel promuovere la trasformazione del parco auto, anche considerato che le auto aziendali sono utilizzate più del doppio rispetto ai veicoli privati e rappresentano oltre il 60% delle nuove immatricolazioni in Europa.
Per sua stessa natura, il noleggio permette alle imprese di ridurre sensibilmente il proprio impatto sull’ambiente, e la necessità di utilizzare mezzi a basse emissioni (meno presenti all’interno dei parchi di proprietà e più costosi delle controparti diesel) potrebbe incentivare ulteriormente il ricorso al noleggio nei prossimi anni.
Se l’impiego di pratiche legate all’economia circolare si farà sempre più ingente, il noleggio – che è un modello di business sostenibile per natura – non potrà che giovarne.
In questo senso, tutta la filiera può e deve dare un grosso contributo in termini di transizione green.
Vantaggi di questo tipo, però, si faranno evidenti soprattutto sul lungo termine. Il presente, invece, non potrà che essere caratterizzato da un sensibile aumento dei costi (abbiamo citato prima il costo superiore delle macchine a basse emissioni) e da non poche difficoltà.
E naturalmente i grossi problemi sorti negli ultimi mesi non potranno che complicare le cose. Il sensibile aumento dei costi dell’energia e delle materie prime, per forza di cose, aumenterà di molto il peso sulle spalle dei noleggiatori, precludendo, almeno nei prossimi mesi, le possibilità di rinnovamento del parco mezzi a disposizione.
Al di là del discorso economico, per far sì che questa transizione avvenga con successo sarà necessario un grande impegno anche sul fronte della cultura e delle pratiche di tutti i giorni. A partire dalle abitudini dei clienti, che specialmente in Italia sono ancora abbastanza restii nei confronti dei mezzi a basse emissioni.
Sarà determinante poi anche un intervento deciso dei governi, sia in termini di incentivi che di regolamentazione e sviluppo delle infrastrutture.
In ogni caso, la speranza è che le opportunità e i vantaggi futuri superino di gran lunga le oggettive difficoltà del presente.
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Noleggio e transizione green: L’indagine di European Rental Association
Una recente survey organizzata da European Rental Association in collaborazione con Lectura ha fornito una panoramica interessante su come i noleggiatori europei stanno affrontando questo processo e sulle difficoltà che stanno incontrando.
I primi dati interessanti riguardano innanzitutto il livello di awareness. Secondo il sondaggio, infatti, solo il 70% delle società di noleggio sono a conoscenza delle nuove legislazioni a tema ambientale.
Il 58% ha dichiarato di aver già cominciato a preoccuparsi dell’acquisto di mezzi più sostenibili; oltre il 46%, invece, ha detto di necessitare maggiori informazioni e supporto per l’implementazione delle misure che gli permetteranno di rispettare le nuove regolamentazioni.
Come anticipato, i costi sono stati individuati come il principale ostacolo dalla maggior parte dei partecipanti (51,6%). I restanti, hanno segnalato invece la mancanza di una domanda da parte dei clienti (16,1%), l’assenza di un guadagno a livello di business (15,5%) e l’insufficienza delle infrastrutture (14,8%).
Per risolvere il problema, i partecipanti hanno indicato come soluzioni ideali gli incentivi finanziari (44,3%) e gli sgravi fiscali per l’acquisto di nuove macchine (19,1%), ma anche la formazione (24,3%) e una maggiore informazione sui benefici dei mezzi green (11,3%).
In ogni caso, il processo di transizione verso una maggiore sostenibilità del comparto economico e produttivo riguarderà tutti, e occorrerà trovare le misure e i provvedimenti necessari per dare veramente vita a questo cambiamento